Stranieri in Italia: come acquistare la cittadinanza?

Nonostante uno studio condotto da Ipsos nel 2019 riveli che gli italiani sovrastimano la presenza straniera – valutandoli in circa il 31% dei residenti –, gli stranieri residenti in Italia costituiscono circa il 7% della popolazione.

La residenza è uno dei canali attraverso cui acquisire la cittadinanza italiana: d’altronde chi, più di coloro che vivono, lavorano e amano questo Paese tanto da averlo scelto, deve essere messo nelle condizioni di esercitare i diritti di cittadino?

Gli altri canali sono il matrimonio con un o una cittadina italiana e la discendenza per diritto di sangue.

In questo primo contributo, ci soffermeremo sull’acquisto della cittadinanza italiana per “residenza”.

Un cittadino extracomunitario che risiede legalmente in Italia (cioè che è iscritto all’Anagrafe del Comune di residenza) da almeno dieci anni, ha redditi sufficienti a sostenersi, non ha precedenti penali e non è un pericolo per la sicurezza pubblica, può chiedere il riconoscimento della cittadinanza italiana.

La domanda si presenta on line al portale del Ministero dell’Interno, al quale si accede tramite SPID, ove si compila un modulo telematico. Sempre tramite il portale e l’identità SPID si potrà verificare lo stato della pratica.

È importante svolgere delle cadenzate verifiche, poiché può accadere che l’Ufficio necessiti di ulteriore e/o nuova documentazione e, se non riceve risposta entro trenta giorni, la richiesta può essere annullata.

Dal 2021 è stato introdotto l’obbligo della conoscenza della lingua italiana e il termine massimo per la conclusione dei procedimenti è di quattro anni dalla presentazione della domanda.

I documenti da presentare sono, quindi:

  • un attestato che certifichi la conoscenza della lingua italiana con livello almeno B1;
  • le certificazioni dei redditi (CUD o modello Unico) degli ultimi tre anni;
  • copia del permesso di soggiorno;
  • copia della carta di identità, del passaporto e del codice fiscale del richiedente e dei familiari conviventi;
  • certificato di residenza e stato di famiglia;
  • un certificato penale rilasciato dal Paese di provenienza tradotto e legalizzato;
  • il certificato di nascita tradotto e legalizzato.

Gli ultimi due documenti devono essere legalizzati dal Consolato italiano del Paese d’origine, salvo che per i Paesi che hanno sottoscritto, insieme all’Italia, la Convenzione dell’Aja: per i certificati delle persone provenienti da questi Paesi sarà necessario solo il timbro dell’apostille.

Venezuelani, argentini, ecuadoregni, colombiani, salvadoregni, brasiliani, cileni, costaricani, ad esempio, dovranno solo apostillare il certificato e la relativa traduzione (sistema della cosiddetta doppia apostille).

Se hai bisogno di far tradurre i documenti necessari per richiedere la cittadinanza,
APCLAI Subtitles può fornirti questo servizio. Scopri di più e contattaci.

 

Il reddito lordo minimo annuale richiesto per la domanda di cittadinanza per residenza è di € 8.263,31 per il singolo richiedente, € 11.362,05 per il richiedente con coniuge a carico, ai quali si aggiungono € 516,00 per ogni figlio a carico del richiedente.

Questo requisito deve essere dimostrato come sussistente nei tre anni antecedenti alla domanda e, successivamente, fino al giuramento.

Il reddito può essere integrato con quello dei conviventi presenti nello stato di famiglia.

La conoscenza della lingua italiana dovrà essere accertata attraverso un apposito test da fare presso il Centro Provinciale per l’Istruzione degli adulti o presso istituti accreditati e consiste in prove di ascolto, lettura e comprensione del testo e produzione su argomenti assegnati.

In Italia, i principali enti certificatori sono la Società Dante Alighieri, l’Università per stranieri di Siena, l’Università per stranieri di Perugia e l’Università Roma Tre.

Gli altri istituti devono essere stati riconosciuti da questi enti certificatori.

Non è necessario seguire un corso prima di sostenere l’esame.

Buona richiesta e benvenuti concittadini, allora!

***

Questo articolo è stato redatto per APCLAI dall’avvocata Caterina Caput, dello Studio Legale Caput (www.studiolegalecaput.it), che ringraziamo per la preziosa collaborazione.