La replica del Festival a Trento: tre giorni di America Latina al Teatro Sanbàpolis

Dal 17 al 19 febbraio 2022

Il Festival del Cinema Ibero-Latino Americano di Trieste fa tappa al Teatro Sanbàpolis di Trento (via della Malpensada 88), dove porterà nuovi cineasti e classici d’autore del cinema latinoamericano. Durante la rassegna saranno proiettati sei film tra i più apprezzati della scorsa edizione del Festival, la 36°, tenutasi a novembre 2021. La replica sarà divisa in tre sezioni: Il cinema ibero-latinoamericano (giovedì 17 febbraio), Cinema e letteratura in America Latina (venerdì 18 febbraio) e America Latina/Europa, andata e ritorno (sabato 19 febbraio). L’iniziativa è promossa dall’Associazione culturale Sanbaradio e dal circolo trentino dell’Associazione Italia-Cuba, in collaborazione con il Festival, l’associazione Filorosso e il Funambolo e con il contributo di Opera Universitaria, Università di Trento e Fondazione Caritro.

La rassegna trentina si aprirà il 17 febbraio alle ore 18.00 con il colombiano El film justifica los medios di Jacobo del Castillo, Menzione Speciale della Giuria della sezione Contemporanea Concorso, definito nella motivazione da parte dei giurati “un lavoro necessario affinché non si perda il lavoro silenzioso di molti archivi che conservano la memoria del cinema colombiano. Senza memoria non può esserci giustizia, senza memoria non può esserci futuro”. Alle ore 21.00, il dominicano Malpaso di Héctor Valdez, Premio Speciale della Giuria del Concorso Ufficiale “per il linguaggio cinematografico molto efficace ed essenziale, con un coinvolgente equilibrio tra l’ambientazione estrema di frontiera e il credibile sviluppo psicologico dei personaggi”; sarà ospite in sala, ad accompagnare il film, il direttore del Festival del Cinema Ibero-Latino Americano Rodrigo Díaz.

Il 18 febbraio, per Cinema e Letteratura in America Latina, saranno proiettati il messicano El año de la peste di Felipe Cazals (ore 18.00) e la coproduzione cileno-messicano-spagnola Roberto Bolaño. La batalla futura (ore 21.00). Il primo film conta sulla sceneggiatura del Premio Nobel Gabriel García Márquez e presenta una storia di stretta attualità, nonostante sia stato girato nel 1979: una misteriosa epidemia colpisce una città, le autorità locali cercano di gestirla, il Governo centrale di nasconderla per evitare il panico. Roberto Bolaño. La batalla futura, presentato a Trieste nel 2018, è la terza parte di una trilogia realizzata da Ricardo House sullo scrittore e sul suo travagliato rapporto con il Cile. In sala ci sarà il regista, amico personale dello scrittore cileno. 

Il 19 febbraio la rassegna si concluderà con due film argentini, che sottolineano il profondo legame tra America Latina ed Europa attraverso l’emigrazione e la memoria delle origini. Alle ore 18.00, Finisterre di Diego Ercolano racconta il viaggio di ritorno di Laura nel suo paesino di origine, in Galizia, laddove si credeva il mondo finisse. El cielo sobre Riace di Damián Olivito, alle ore 21.00, segue il viaggio del regista nel paese calabrese da cui emigrarono i suoi nonni e in cui il cugino sindaco, Mimmo Lucano, ha realizzato un programma di integrazione per i migranti in arrivo in Italia; vecchie e nuove migrazioni che si incontrano in Calabria, guardate con gli occhi di un figlio di questi grandi spostamenti.

Tutti i film sono sottotitolati in italiano

L’accesso alle proiezioni è gratuito e su prenotazione tramite il sistema Prismi del Centro Culturale Santa Chiara: https://www.centrosantachiara.it/spettacoli/rassegne/altri-eventi-altro

Gli spettatori devono essere muniti di mascherina, obbligatoria all’interno, e di Green Pass.

I film in programma

El film justifica los medios di Jacobo del Castillo, Colombia, 2021 – 78 min.

Dall’oscurità della sala di montaggio scopriamo immagini filmate da una generazione di registi che rivelano frammenti di un paese in conflitto. Oltre a testimoniare l’effervescenza politica che ha segnato gli anni Sessanta in Colombia, queste immagini sono le prime tracce del documentario politico nel paese. Cinque decenni dopo, recuperiamo i frammenti di una memoria filmica che si rifiuta di scomparire.

 

Malpaso di Héctor Valdez, Repubblica Dominicana, 2019 – 80 min.

Nel mercato di frontiera di Malpaso, Braulio lavora con suo nonno mentre suo fratello gemello Candido rimane isolato a causa del suo albinismo. Dopo la morte di suo nonno, Braulio dovrà prendersi cura di Candido, che sogna il ritorno del padre assente.

 

El año de la peste di Felipe Cazals, copione di Gabriel García Márquez, Messico, 1979 – 109 min.

Una terribile malattia colpisce una città messicana. Un medico cerca di avvertire le autorità quando scopre la sua natura epidemica. Nessuno lo ascolta e poco dopo la malattia si diffonde. Il governo cerca di controllare le notizie per evitare il panico.

 

Roberto Bolaño. La batalla futura I di Ricardo House, Cile/Messico/Spagna, 2016 – 64 min.

“Roberto Bolaño: la batalla futura” è la terza parte di una trilogia realizzata da Ricardo House sullo scrittore Roberto Bolaño e sul travagliato rapporto di quest’ultimo con la propria terra natale, il Cile. Scopriamo l’autore attraverso le parole dei suoi amici, esplorando il Messico, la Spagna e il Cile. Il documentario ci mostra i diversi volti dello scrittore cileno, una personalità poliedrica nella sua genialità.

 

Finisterre di Diego Ercolano, Argentina/Spagna, 2020 – 43 min.

Finisterre è un viaggio familiare e collettivo verso le origini. È il ritorno di Laura al suo paese natale in Galizia, 60 anni dopo essere emigrata in Argentina. Un film sui segni impressi nel passaggio della memoria delle persone che vi abitarono. Un viaggio circolare verso la fine del mondo.

 

El cielo sobre Riace di Damián Olivito, Argentina, 2019 – 79 min.

Damián va a Riace, un paese italiano che i suoi nonni dovettero abbandonare, emigrando in Argentina durante l’esilio. Riace è diventato un paese che dà asilo ai rifugiati. Colui che fa di questo posto un luogo di accoglienza è il sindaco, Domenico Lucano, cugino di Damián. Raccontando la storia della sua famiglia, Damián riuscirà ad esprime il dramma degli immigrati che oggi cercano di raggiungere l’Europa.

Damián va a Riace, un paese italiano che i suoi nonni dovettero abbandonare, emigrando in Argentina durante l’esilio. Riace è diventato un paese che dà asilo ai rifugiati. Colui che fa di questo posto un luogo di accoglienza è il sindaco, Domenico Lucano, cugino di Damián. Raccontando la storia della sua famiglia, Damián riuscirà ad esprime il dramma degli immigrati che oggi cercano di raggiungere l’Europa.